La depressione io la chiamerei Pigrizia


La depressione io la chiamerei Pigrizia.
Il depresso non vuole iniziare, non vuole perseverare, rinuncia alla sforzo di fare, dire, dare, ricevere e ringraziare.
Lo so, questa mia affermazione farà arrabbiare qualcuno, ma la rabbia è già un primo passo che fa uscire dall'assenza emozionale tipica della depressione, quindi ben venga!



Il depresso ha una Malattia dietro la quale nascondersi, ha la scusa di ormoni sballati, di predisposizione genetica, di un sistema nervoso fallato.
Il depresso preferisce l'oblio, il tepore del sonno, dell'ottundimento al friccicore e alla dinamica fatica della vta.Il depresso adora tenere la testa sul cuscino, gli occhi chiusi, e viaggiare, sognare, stare altrove rispetto ai luoghi in cui si attuano gli scontri, le concorrenze, i fallimenti, etc.
Smettiamola di usare il termine depressione. parliamo di pigrizia. Pigrizia vitale. Secondo me le cose migliorerebbero. Anche per  chi soffre di questo stato le cose migliorerebbero. Soffrire di pigrizia è una condizione di sicuro meno grave che SOFFRIRE DI DEPRESSIONE. La mente si spaventa di meno se deve risolvere una pigrizia invece che il Male oscuro


9 commenti:

  1. Allucinante. Colpevolizzare il malato della propria malattia. E proprio questa malattia che coinvolge l'autostima, vuoi attaccare il malato dandogli addosso.

    Poi sminuisci una condizione gravissima che va curata con sapienza.

    Ho letto poco ma abbastanza che così fai solo danni. Lascia parlare gli esperti per favore.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Voglio attaccare un atteggiamento, nel rispetto dell'essere umano che lo attua.
      Sai benissimo che ormai con molta facilità si dice "Sono depresso!". Molte persone in verità non soffrono affatto di un grave disagio, ma tendono a sopravvalutare un disagio che secondo me dipende dalla voglia di non esporsi. Io parlo a quelle persone che hanno gli strumenti per reagire e preferiscono tenerli 'nel cassetto'.
      Secondo te e meglio dire al malato " Sei malato! Guarda che sei molto malato! Ricordati che sei gravemente Malato! Non ce la puoi fare da solo, perchè se malatissimo!"?
      Io non credo in questo modo di fare. Lo ritengo rischioso, perché legittima molte rinunce a reagire.

      Elimina
  2. Neanche io sono d'accordo sul tacciare di abulia chi soffre di una patologia come la depressione, le persone che non ci sono passate commettono un errore grossolano nel pensare che il depresso non abbia la volontà di uscire dal suo stato di torpore, che gli piaccia crogiolarsi nel proprio dolore...a volte é vero che ci si attacca perfino alla malattia che diventa l'unica modalità di vivere o meglio di sopravvivere perché nella depressione manca proprio quella energia vitale che permette di affrontare l'esistenza con la consapevolezza di poter esserne protagonisti, di poter incidere sugli eventi ma é deleterio fare questo genere di discorsi che portano solo alla nascita di sensi di colpa...piuttosto é vero che si fa diagnosi in maniera molto semplicistica....bisogna sempre operare una distinzione fondamentale tra un semplice disagio esistenziale e una psicopatologia che ha ripercussioni importanti sulla vita affettiva, sociale e professionale delle persone che devono fronteggiarla

    RispondiElimina
  3. Cara Mirella, sai benissimo che la mente condiziona il corpo, e i pensieri influenzano gli ormoni, e viceversa (PNEI).
    Ora, perché sentirsi in colpa, io propongo una considerazione meno drammatica del Male oscuro.
    Se io soffro di Depressione e comincio a pensare che in realtà può starci anche una componente di pigrizia, magari comincio a pensare di poter vincere, di dover superare un brutto vizio, una cattiva abitudine, mentre se ingigantisco il nemico, se lo chiamo con nomi tetri, o se lo considero come un Problemone patologico e basta, ebbene, allora sono tagliato fuori, devo solo sperare in un terapeuta eccezionale, mezzo uomo e mezzo Dio, che mi salvi, oppure nel potere di pillole magiche che, nel mentre che mi curano la Depressione, mi tengono giusto un tantino inebetito e assente alla Vita ( ma cosa ci vogliamo fare, gli effetti secondari non inevitabili, direbbe qualcuno.

    RispondiElimina
  4. Ci si sente in colpa se qualcuno ci dice che stiamo soffrendo a causa della nostra pigrizia...il terapeuta non ha la bacchetta magica, sappiamo che se il paziente o cliente come lo vogliamo chiamare non ci mette del suo non si possono fare miracoli...il termine depressione spaventa perché non siamo ancora entrati nell'ottica di considerare la sofferenza psichica alla stessa stregua della malattia fisica...possiamo fare insieme al paziente un lavoro di ristrutturazione per insegnargli a modificare il proprio punto di vista, a ridefinire la percezione della realtà...anche io sono contraria all'uso degli psicofarmaci quando si può fare leva sulle risorse interiori del paziente ma dobbiamo fare gli opportuni distinguo da caso a caso....

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Appunto. Prima fare i distinguo e poi iniziare a curare chi deve necessariamente essere curato. Per tutti gli altri una semplice vigorosa strigliata e un tonante "smuoviti pigrone!!!"

      Elimina
  5. Mi rispecchio molto in questo articolo, anche io ho sofferto e sto soffrendo perchè la mia ragazza mi ha lasciato e, cercando in rete mi sono imbattuto in un video che propone di alleviare la mia sofferenza. Grazie a questo video a poco a poco sto cominciando a eliminare le cause del mio disagio. Per questo motivo vi consiglio questo video sulla sofferenza (http://www.aspeera.it/promo/sto-soffrendo/video_omaggio.html)

    RispondiElimina
  6. Quando Gigi mi propose alcuni anni fa il corso ISP (http://www.aspeera.it/video-approfondimento-respirazione-consapevole/), l’ho seguito volentieri perché lo stimavo come amico e come professionista, pensavo che sarebbe stata la ciliegina sulla torta dopo tanti lavori e corsi precedenti. Solo dopo ho scoperto che avevo un ciliegina e che l’ISP mi aveva mostrato la torta.

    RispondiElimina

Ogni commento è un prezioso bagliore di una singola verità.